In questo articolo vedremo insieme quali sono i principali insetti dei cereali ed in particolar modo ci soffermeremo su quelli che è possibile trovare in Italia.

 

Insetti dei Cereali

 

In Italia il frumento, il riso ed altri cereali hanno come nemici più comuni le calandre (Sitophilus granarius e S. oryzae), che sono Coleotteri Curculionidi, e la tignola ( Sitotroga cerealella), che è un Lepidottero Gelechide.

Tra gli insetti dei cereali i Sitophilus sono senza dubbio gli insetti più dannosi alle granaglie in magazzino; alcuni dati riguardanti Paesi vicini all’Italia possono confermarlo.

Nel 1949 il S. granarius distrusse, nella Germania occidentale, 250 000 tonnellate di cereali, ed in Francia, Svizzera e Belgio si stima che le perdite dovute ogni anno all’azione di tali Curculionidi oscillavano tra il 5 ed il 10%.

Gli adulti delle due calandre citate sono molto simili fra loro, lunghi al massimo 5 mm, di colore bruno scuro e con il protorace e le elitre ornati da una minuta scultura, l’esame della cui struttura costituisce il metodo più semplice per distinguere le due specie. Con una lente si può infatti osservare che, mentre nel S.granarius il tegumento è ornato di punti fini o oblunghi, con le interstrie delle elitre lisce, nel S. oryzae la scultura è formata di punti rotondi e grossi. Un’altra notevole differenza morfologica tra queste due specie di insetti dei cereali, che si ripercuote sul comportamento, è costituita dal fatto che mentre il S. granarius è attero e quindi si diffonde pressoché esclusivamente ad opera dei traffici, il S. oryzae è alata e si sposta attivamente.

Le calandre sono ambedue presenti, ma la loro area di distribuzione è a gravitazione diversa; infatti mentre il S. granariusè diffuso soprattutto nelle regioni a clima temperato o freddo, il S.oryzae è proprio delle regioni tropicali e subtropicali ed è frequente anche nell’Europa meridionale. Essi non sono originari del nostro continente, ma probabilmente dell’Asia centro-orientale e dell’India, da dove sono stati introdotti nell’area mediterranea parecchi millenni or sono, come dimostrano i resti trovati nei sarcofagi egiziani e le citazioni di diversi autori latini.

Le calandre depongono le uova entro loggette che la femmina scava con l’apparato boccale nelle cariossidi. Le larve, estremamente rassomiglianti nelle due specie, sono tozze, di un bianco perlaceo e lunghe. Normalmente la larva si sviluppa in una sola cariosside di cui consuma dalla metà ai due terzi del peso.

La durata della vita larvale è di 180 giorni nelle migliori condizioni di temperatura ed umidità. Nel complesso si è osservato che tra i fattori ambientali il ciclo biologico delle calandre è influenzato dal tipo di derrata che viene attaccata. Esse infatti possono vivere oltre che sulle cariossidi di tutti i cereali, anche su altri semi, quali le ghiande e le castagne e, sia pure in condizioni più precarie, sui legumi disidratati e su altre sostanze.

Per verificare se una partita è infestata da insetti dei cereali, vengono effettuate delle analisi, che consistono nel trattare un campione con una soluzione così composta: fuscina acida gr.0,5, acido acetico cc 50, acqua distillata cc 950. Vi si immergono le cariossidi per pochi minuti e poi si lavano: si osserverà allora che mentre il pericarpo assume una colorazione generale color rosa, se vi sono dei fori praticati dalle femmine per deporvi le uova, questi assumono un colore rosso intenso.

La tignola vera del grano è una piccola farfalla con le ali lanceolate, di colore giallo pallido, a lunghe frange. La tignola compie il suo ciclo sui cereali; preferisce il mais ed il grano, ma può attaccare anche l’orzo, la segale e l’avena.

Il ciclo di sviluppo della tignola è strettamente legato al microclima, il cui optimum è rappresentato da una temperatura di 25-30° e dal 60% di umidità relativa. In tali condizioni, per passare dall’uovo all’adulto, occorre circa un mese e quando ciò si verifica per tutto l’anno, come in alcune regioni tropicali, si hanno 10-12 generazioni, mentre nelle zone mediterranee si ha un rallentamento durante l’inverno che riduce il numero complessivo di generazioni a circa 5.

L’importanza negativa della tignola è maggiore di quella delle altre specie a comportamento affine, in quanto essa può attaccare anche le spighe in pieno campo sia del frumento, sia del mais. Gli adulti, che hanno un’attività crepuscolare o notturna, nella tarda primavera tendono ad abbondare i depositi per raggiungere le coltivazioni di cereali, dove essi ovidepongono quando le spighe sono già ben formate; nel frumento ciò inizia allo stadio della cosiddetta “maturazione lattea”. Le larve penetrano generalmente attraverso il solco longitudinale della cariosside e si nutrono delle sostanze amilacee, rispettando il pericarpio che viene intaccato, su una ristretta area circolare, solo dalla larva matura, con lo scopo di preparare la via per l’uscita dell’adulto.