Aggressività Animale, gli Studi di Lorenz Konrad, come diminuirla nei cuccioli

L’istinto aggressivo ha da sempre la funzione di garantire la sopravvivenza dell’individuo e della specie.

Ma la domanda che ci si pone è se questo atteggiamento sia da considerarsi sempre negativo. Per poter rispondere bisogna innanzitutto distinguere due diversi tipi di aggressività: quella rivolta verso una specie diverse, come per esempio quella di un cane nei confronti degli umani definita interspecifica e quella rivolta ad un essere della stessa specie definita intraspecifica.

Gli Studi di Lorenz Konrad

Lorenz Konrad , etologo austriaco, divise a sua volta in tre tipologie diverse l’aggressività intraspecifica: quella del predatore verso la preda, quella della preda che cerca di difendersi dal predatore e quella di un animale che trovandosi a confronto con il nemico più forte, non avendo altre soluzioni, cerca di difendersi per istinto di sopravvivenza. Quest’ultima caratterizza anche gli esseri umani che in situazioni di pericolo senza via d’uscita cercano di lottare in qualsiasi modo pur di salvarsi.

Tra gli animali invece l’aggressività intraspecifica viene utilizzata per difendere il proprio territorio dove potersi riprodurre e curare i propri cuccioli, utilizzando un metodo diverso a seconda della specie. In alcuni casi sono scene che hai nostri occhi possono apparire come crudeli ma che negli animali non manifestano nessun sentimento perché definite per loro esigenze basilari fini alla sopravvivenza. A testimonianza di questo, sempre Konrad affermava che il grado di cattiveria che una tigre ha durante l’inseguimento di un erbivoro è pari a zero.

L’aggressività interspecifica nel regno animale è un discorso diverso. Quando un animale si trova a competere per il cibo o per la riproduzione, scatta in esso un’aggressività spesso anche feroce verso l’altro animale spesso che spinge ad attaccare l’avversario senza mai ucciderlo. Questo per una codifica genetica, che pone un limite facendo si che l’animale considerato inferiore manifesti gesti pacificatori come per esempio mostrare un punto vitale, riconosciuti dall’animale predominante che interrompono l’atto violento.

Questo è riscontrabile, anche se in maniera meno costante nel genere umano che in un momento di rabbia batte i pugni sul tavolo o scaraventa un oggetto per terra veicolando la propria forza piuttosto che utilizzare le mani. Ma a differenza degli animali, l’uomo propende per l’aggressività maligna che spinge anche ad uccidere un altro essere umano anche solo per ira senza riuscire a porre un limite.

Soluzioni per diminuire l’aggressività del proprio cucciolo

Una soluzione a questo è l’attività sportiva che periodicamente spinge ad indirizzare l’aggressività della competizione in una mansione che non porta a nessun tipo di pericolo.

L’aggressività animale non è quindi un atteggiamento che possa essere definito sempre negativo, anzi l’essere umano dovrebbe invece imparare molto dal genere animale che riesce a dosarla.