Arbusti in fiore

L’uomo non può certamente ignorare la bellezza di quegli arbusti e cespugli, che dalla primavera all’estate fioriscono, spesso olezzando, nei boschi di ogni regione, di ogni altitudine, fino al livello dei pascoli alpini.

Fare una stima ed una selezione, non è certamente possibile; nell’uno il colore dei fiori, nell’altro l’opulenza dei grappoli fioriti, nell’altro ancora il profumo, sono peculiarità che ancora oggi mettono in imbarazzo chi volesse, per esempio, sceglierne una quantità, per il proprio giardino o per il parco della propria villetta.

 

Arbusti in Fiore e Piante Rampicanti

 

Oggi citeremo solo i più notevoli, cominciando dal glicine, rampicante originario della Cina e soltanto dal 1818 entrato nelle nostre regioni. Esso appartiene alla famiglia delle Leguminose, ed i suoi fiori irregolari, con ampio vessillo, sono color lavanda chiaro, profumatissimi, raccolti in grandi grappoli penduli che contrastano con il fogliame, all’epoca della fioritura ancora tenero, di un colore verde dorato.

La sua coltivazione è facile, accontentandosi di qualsiasi terreno e ben resistendo sia ai rigori invernali, sia alla calura estiva.

Si riproduce difficilmente da seme, per cui viene propagato per talea da prepararsi di preferenza in primavera oppure sotto vetro, usando i rami di un anno.

Com’è noto il glicine si presta molto bene per la decorazione di balconi e verande, ma soprattutto a coprire i muri rustici. Ne esistono principalmente due varietà: quella più comune, a fiori lilla-cerulei ed un’altra, più rara, a fiori bianchi.

 

Le specie rampicanti

E poiché abbiamo accennato ad un arbusto rampicante, lianoso, continuiamo citando ancora qualche pianta di questo tipo, come la specie dei generi Campis.

Campis è sinonimo di Tecoma ed in parte anche di Bignonia; vi appartiene la Campis radicans, nota comunemente come trombette rosse, gelsomino americano, gelsomino della Virginia o gelsomino-trombetta. Si tratta di una liana dell’America settentrionale, diffusissima da noi fin dal 1640; essa può raggiungere, abbarbicandosi ai sostegni con le sue radici avventizie, fin 20 metri di altezza. Per questa ragione e per la sua fioritura estiva spettacolare, essa è di casa ormai in tutti i giardini, spesso anche nei cortili e all’ingresso dei parchi. I suoi vistosi fiori, riuniti in grappoli a cima terminale, con corolla tubolosa a lembo espanso “a bocca di tromba” con 5 lobi, sono aranciati o rossi a seconda della varietà. Predilige le posizioni solatie; si ottiene da seme, per margotta e per talee, le quali devono essere preparate in serra.

Una specie affine, la Tecoma grandiflora o tecoma della Cina, è meno alta, possiede foglie più scure e fiori in pannocchie pendule.

Fra le specie del genere Lonicera primeggia il nostro caprifoglio a fiori profumatissimi, bianchi e giallini, talvolta rosei, che per il suo olezzare ebbe nome anche Lonicera suavis. Originario delle nostre regioni, questo arbusto dai rami esili e contorti è selvatico qua e là, ma è tenuto molto frequentemente nei giardini per coprire muri e reti divisorie. I suoi fiori, primaverili, sono lungamente tubolosi, con lembo aperto in 2-4 lobi che si incurvano all’indietro; decorative sono anche le sue piccole ma numerose bacche di color aranciato che è possibile ammirare alla fine dell’estate.

Si propaga facilmente, anche spontaneamente, per rami avventizi, radicanti.

Per la grandezza dei fiori, fra le piante rampicanti moderatamente lignificate, si impongono senza dubbio le clematidi,, le quali sono in varietà tanto numerose da non poter essere elencate tutte. Ci limitiamo quindi, ad elencare le più importanti, a partire da quella che i floricultori chiamano Clematis hybrida. Questa ha fiori a 4,5,8 petali ampi, bianchi, rosei o violetti.

Molto decorative sono anche le Clematis patens a fiori grandi color lavanda; Clematis viticella, la vitalba paonazza, a fiori di media grandezza, a 4 petali di color rosso sanguigno, più scuri nella variante kermesina; Clematis hakonensis, ibrido a fiori color vinaccia; Clematis montana, a fiori bianchi; Clematis tangutica, a fiori dorati.

Queste clematidi sono originarie dell’India, dell’Himalaya, della Cina, Corea, Giappone, Persia; in genere vogliono terreno siliceo e ben drenato e gradiscono le esposizioni fresche ed il sole del mattino.

La bougainvillea è la pianta di prammatica usata nei giardini della nostra Riviera Ligure per ornare muri e balaustre. Essa si associa ai cosiddetti gerani-edera ed alterna le sue ovali-appuntite ed ampie bratee fiorali color rosa-lilla brillante, con il fogliame intensamente verde.

Infine, tra i rampicanti non si può ignorare il gelsomino, il candido e profumatissimo Jasminum officinale che con il congenere Jasminum granfiflorum scende oltre la sommità dei muri, qua e là, lungo i giardini che abbelliscono i nostri grandi laghi e le riviere.

Molto affini sono anche il gelsomino giallo chiamato Jasminum nudiflorum, a fioritura molto precoce ed il Jasminum odoratissimum: il gelsomino-giunchiglia, a fiori pure gialli, profumatissimi.

I gelsomini appartengono alla famiglia delle Oleacee e di questa fanno parte anche tre notevoli arbusti ornamentali, non più rampicanti però: il lillà, la forsizia ed il ligustro.

Il lillà, o “serenelle”, dalle olezzanti pannocchie di piccoli fiori crociati, lilla bianchi o viola-porpora,è un bell’arbusto che fiorisce a primavera ed ha come specie ornamentali congeneri Syringa chinensis, Syringa reflexa e Syringa tomentella: la prima a pannocchie rade di color lilla chiaro, le altre due a fiori rosei, ed infine Syringa giraldi a fiori bianco-rosati.

La forsizia può essere tenuta ad arbusto o a cespuglioed è certamente la prima a fiorire, nei nostri giardini, prima di mettere le foglie, con una cascata di fiori gialli; scientificamente i nomi sono Forsythia intermedia e Forsythia supensa. Dal ligustro si coltivano Ligustrum ovalifolium e Ligustrum japonicum per il loro fogliame verde o variegato di giallo o di bianco.

Dire quale famiglia botanica abbia dato il maggior numero di arbusti da fiori è impossibile. Quante sono, per esempio, le Rosacee, con i generi Crataegus, Cotoneaster, Spiraea, Prunus, e con le stesse rose? E le Sassifragacee, con Deutzia ed Hydrangea? E le Malvacee, con gli Hibiscus? E le leguminose, le Cistacee e le Ericacee? E perché dimenticare l’oleandro, la lagerstremia, il melograno, la buddleia, il calicanto, le peonie cespugliose? Ci limitiamo, qui, ad illustrare brevemente le ortensie e gli ibischi.

Le ortensie sono pricipalmente tre: Hydrangea opuloides, la più comune, a mappe di fiori globose, la Hydrangea macrophylla, il cosiddetto viburno odoroso e la Hydrangea paniculata, quest’ultima legnosa e con infiorescenze a pannocchia conica, nota comunemente come ortensia a pannocchia. È noto che l’Hydrangea opuloides, la diffusissima ortensia, ha fiori color rosa che diventano azzurrini se alla terra si aggiunge terriccio di brughiera e si innaffiano con acqua in cui sia disciolto in piccole quantità solfato di ferro.

Gli Hibiscus, tutti di origine asiatica orientale, sono principalmente due: l’ibisco vero e proprio chiamato Hibiscus syriacus e la rosa cinese, chiamata Hibiscus rosa sinensis. Il primo ha fiori che variano dal giallo oro al bianco, dal rosa-lilla, generalmente con macchie porporine all’unghia dei petali; la seconda specie ha fiori di color rosso vivo. Servono a fare siepi o macchie e possono anche essere coltivati ad alberetto.