Nel dopoguerra milioni di uomini, donne e bambini fecero i conti con la penuria di viveri. La malnutrizione generava una mortalità molto preoccupante. Assurdo pensare che, dopo decenni di storia, il progresso ci ha portato all’abbondanza e in questo eccesso di generi alimentari, in sostanza la problematica persiste. Il cibo ancora oggi crea patologie, talvolta pure mortali.

Un noto aforisma di Voltaire ci insegna di non abusare perché, né l’astinenza, né l’eccesso hanno mai reso l’uomo felice; questo ben si applica al cibo.

Pasti come valvola di sfogo

Mangiare non è solo l’attività che ci porta a nutrire il corpo; si può ingerire cibo per noia, o per evadere da una problematica quando non si conosce alternativa. Consolarsi mangiando dà un’immediata sensazione di benessere ma, a lungo andare, potrebbe avere effetti negativi sia a livello emotivo, che fisico.
É stata dimostrata la connessione tra abitudini alimentari disequilibrate e l’insorgenza di patologie e si sa che in medicina prevenire è meglio che curare. Quindi anche nel caso di pessima nutrizione è preferibile sottoporsi a cure e terapie mirate.

Dietoterapia

Quando si sente la parola dieta si pensa all’istante a quel programma alimentare che consente di ridimensionare le dosi di cibo per consentire al metabolismo di riattivarsi e permettere la conseguente perdita di peso. Mangiare sano e limitarsi negli eccessi non produce solo un risultato estetico.

Siccome un’alimentazione poco sana contribuisce alla nascita di malattie più o meno gravi, grazie alla dietoterapia si adotteranno nuove abitudini alimentari per perseguire un obiettivo davvero nobile: impedire al corpo di sviluppare una situazione che presenti le condizioni ideali all’insorgenza della patologia e nel caso più serio, cercare di curare ciò che ormai si è affermato nel nostro corpo.

La dietoterapia è un cambiamento di abitudini alimentari molto apprezzato dall’organismo. Il programma non è standard ma ovviamente fatto ad hoc sul paziente dopo aver analizzato con attenzione la condizione clinica.

Malattie affrontabili grazie alla dietoterapia

In cosa consiste la dieta in questione? Un medico specializzato sa che ci sono molte patologie oggi diffuse che possono essere aggredite con la dietoterapia: stipsi, ipotiroidismo, cefalee, diabete, anemia, gastriti, coliti, intolleranze. Si possono tenere a bada colesterolo, diverticoli, cardiopatie, meteorismo ecc.
Ci sono degli alimenti che possono accentuare il problema e quindi assolutamente da evitare. Altre cose invece vanno incluse in quantità maggiori in quanto favoriranno il benessere dell’intero organismo.

Piano d’azione

Prima cosa è necessario ricercare un professionista per sottoporsi ad una profonda visita. Il medico nutrizionista esperto raccoglie la storia clinica del soggetto interessato studiando in primis gli esami del sangue. Questi valori sono molto importanti, ma non bastano. Il medico ascolterà con attenzione le abitudini del paziente: fa la colazione? Se la fa, a che ora? Cosa mangia? Si ferma per fare degli spuntini? Beve? Durante la mattinata lavora? Di cosa si occupa? Attività sedentaria o attiva? Cosa si prepara per pranzo? Assume bibite gassate o alcoliche? É iscritto a qualche corso? Fa attività fisica? Ha riscontrato intolleranze? Disturbi particolari? Grazie a tutta una serie di domande mirate il nutrizionista appronterà un nuovo programma nutrizionale, senza stravolgere le abitudini del paziente. Si cercheranno di assecondare certe buone tendenze e di correggere quelle errate e malsane. Se saranno concessi elementi di piacere, se il soggetto interessato non dovrà rinunciare a tutte le sue consuetudini, sarà più facile per lui perseverare nel tempo. In casi di diete troppo ferree, talvolta impossibili da seguire, il paziente si è sentito demotivato e ha interrotto il regime consigliato.

Si deve valutare con attenzione il livello di fabbisogno energetico necessario ad affrontare il quotidiano. Per stabilire tali criteri bisogna analizzare predisposizioni genetiche, fisiologiche e metaboliche; inoltre età, sesso, peso e massa corporea. Un bravo medico specialista si avvale di metodiche all’avanguardia, che riescono a fornire nell’immediatezza dati importanti. Una tecnica di valutazione diffusa è la Bioimpedenziometria (B.I.A); è un esame non invasivo che consiste nel fare indossare al paziente una serie di elettrodi capaci di misurare l’indice di massa grassa (grasso di deposito) e quello di massa magra (somma di tutti i tessuti vitali quali organi, ossa e sangue).

Si deve ricordare il pensiero precedentemente esposto che riguarda gli accessi. Ridurre in modo esponenziale il tessuto adiposo non sarà il nobile obiettivo da raggiungere; questo altresì denoterebbe scarsa professionalità da parte del nutrizionista. La meta è trovare un’equilibrio capace di domane le patologie esistenti, e chissà riuscire anche a sconfiggerle.