Oggi esistono un numero enorme di sostanze coloranti per ogni tipo di stoffa, ma la sintesi dei prodotti chimici necessari per tale industria è avvenuta dai primi decenni dell’800 in poi. Vi fu quindi un tempo in cui l’uomo cerco di sfruttare le sostanze coloranti presenti in natura e fra queste, in particolare, quelle contenute in certe cocciniglie.

 

Cocciniglie

 

Una delle entità più note è la “cocciniglia del carminio”, che vive sul fico d’India, è originaria del Messico e fu successivamente introdotta in Spagna, nel Portogallo e nelle isole Canarie. L’importanza del prodotto che se ne ricava, di un bel colore rosso carminio e che veniva posto in commercio appunto sotto il nome di “cocciniglia”, fu grande ancora prima della scoperta dell’America.

In Europa, prima dell’introduzione della suddetta cocciniglia americana, veniva usata, con lo stesso scopo, una specie legata soprattutto alla quercia spinosa. Questa pianta ospita il Kermococcus vermilio, la cui sostanza colorante, spesso mescolata alla porpora ricavata da molluschi del gruppo dei Murici, era molto pregiata nell’antichità.

Altri esempi di questa famiglia, largamente utilizzati, sono quelli che forniscono la lacca; tra questi i principali sono il Laccifer lacca e la Lakshadia communis, che formano delle colonie ricoperte da una abbondante secrezione.

In confronto alle poche specie che vengono o che venivano utilizzate dall’uomo, ve ne sono centinaia che sono dannose in varia misura, spesso molto elevata. I Coccidi appartengono a gruppi diversi, soprattutto ai Diaspini, ma anche ai coccini ed agli Pseudococcini.

Noi potremmo osservare, fissi o mobili sulle piante a seconda dei casi, le femmine adulte e gli stadi preimaginali di ambedue i sessi di tali Omotteri che a prima vista, per la forma astratta, spesso completamente mascherata da secrezioni cerose o da un follicolo sericeo, non sembrano nemmeno insetti. I maschi invece, ben più difficili da reperire, sono di costituzione esile e con l’apparato boccale atrofico, di norma alati, ma con il solo primo paio di ali dato che il secondo è trasformato in due minuscole appendici bacilliformi.

Il fatto che molti di essi trascorrono gran parte della vita fissi sulle piante ha favorito il loro trasporto da una regione o dal continente all’altro, cosicché le specie più esiziali per i fruttiferi sono oggi ad altissima distribuzione.

Un’altra specie che con la frutta capita spesso sulla nostra tavola è la “cocciniglia virgola” il cui nome generico deriva dalla rassomiglianza della forma del suo follicolo ad una conchiglia (le comuni cozze).

Sui rami dell’ulivo è facile osservare delle grosse cocciniglia emisferiche, allungate, con due carene trasverse ed una longitudinale, che rassomigliano ad una H; si tratta del Coccus oleae, specie cosmpolita e polifaga. Fra i Coccidi più belli vi sono i ceroplastes, le cui femmine hanno il corpo rivestito da placche cerose bianco-grigiastre ed ogni placca presenta una depressione sormontata da un piccolo tubercolo. Vengo qui sono presenti il Coccide sinensis, che vive sul limone, sul mandarino e su altre piante, ed il Coccide rusci che attacca in particolare il fico.

Da ultimo non possiamo dimenticare la “Bianca-rossa degli agrumi”, la cui femmina e di colore giallo con follicolo circolare rosso mattone, con le esuvie centrali di color arancione. È originaria della Cina e diffuse in Italia meridionale sugli agrumi.