Non esiste giardino in cui le dalie non abbiano il loro posto d’onore, con i loro fiori, anzi con le loro infiorescenze, giacché si tratta di “capolini”, esse conferiscono, dall’estate e fino al tardo autunno, un tono vivace alla siepe, alla macchia, all’aiuola.

 

Dalie

 

Le dalie, a seconda della varietà alla quale appartengono, variano di altezza, e varia pure è la grossezza dei bei capolini, i quali dal candido color latte all’intenso carminio, dal giallo al rosso fuoco, chiazzano il bel verde cupo delle foglie le quali, esse pure, conferiscono alla pianta un aspetto decorativo.

Le dalie derivano tutte dalla specie del genere Dahlia, originario del Messico, ma senza dubbio spetta a Dahlia variabilis e Dahlia pinnata l’aver introdotto i fiori del suo genere nei giardini d’Europa; essa è nota oltre che con il nome comune di dalia, anche con quello di Giorgina, grazie al sinonimo Georgina variabilis, con il quale la distinse il celebre botanico Willdenow.

È tipicamente a capolini grandi e doppi: essi raggiungono, ed in alcune specie superano, i dieci centimetri di diametro, sono solitari e terminali sulle ramificazioni e mostrano un grande disco centrale giallo costituito dai piccoli fiori a tubo ed una raggiera di ampi fiori a linguetta, ovali, di un bel colore rosso: questo almeno il colore originario, giacché oggi tanti e tanti, per mezzo delle ibridazioni, se ne sono ottenuti.

Come tutte le specie congeneri questa dalia è, malgrado la sua mole, una pianta erbacea. Possiede radici tuberizzate oblunghe, fascicolate, ognuna delle quali termina con una codetta.

Il fusto, fondamentalmente eretto, è talvolta cespitoso, spesso un po’ lignificato alla base, trattandosi di una pianta perenne; ha ramificazioni numerose, opposte, divaricate, verdi, tinte qua e là di color rosso lacca scuro.

Le foglie sono imparipennatosette, composte da 5 o 7 foglioline abbastanza ampie; sono dentate al margine, glabre, un po’ grassette, di color verde scuro di sopra ed un po’ più chiare sulla pagina inferiore.

I capolini recano, di sotto, un involucro abbastanza grosso, con cinque o più brattee minori. La fioritura dura dall’estate a tutto l’autunno.

Trattandosi di una pianta erbacea a radici tuberizzate, ossia funzionanti da organi di riserva, e fascicolate, la dalia si presta alla moltiplicazione per divisione dei cespi radicali ognuno dei quali però deve ovviamente avere almeno una gemma. Questi si pongono in cassoni da coltura in marzo-aprile e si portano a dimora più tardi.

È possibile anche la propagazione per bottura, ossia per talea, la cui preparazione si deve fare in serra od in cassone a temperatura mite, da febbraio a marzo; di qui si prelevano quando hanno gemme di 3-5 cm di lunghezza, si pongono in vasi ben riparati dal vento e dal freddo tardivo e si possono portare all’aria aperta dopo 3-4 settimane; a dimora si pongono in maggio.

La dalia si riproduce anche per seme, seminando da marzo a maggio in semenzaio o in letto tiepido, usando terra leggera; il primo trapianto si deve effettuare quando le piantine posseggono da 4 a 6 foglioline; si pongono allora a distanze di un metro l’una dall’altra. La fioritura avviene già al primo anno, ma la forma ed i colori definitivi della varietà si affermano soltanto dopo 2-3 anni.

Le dalie sono generalmente piante di notevole rusticità, facilmente adattabili a qualunque terriccio e possono resistere facilmente all’aperto nei climi temperati anche se abbastanza freddi ne siano gli inverni, purché le radici siano interrate abbastanza profondamente o comunque riparate con strati di foglie nei casi di forti gelate. Le varietà più delicate vogliono suoli arenosi, freschi e sostanziosi.

Il colore dei fiori può variare a seconda del clima e del terreno ed anche in relazione all’età della pianta.