I garofani appartengono tutti al genere Dianthus, famiglia delle Cariofillacee e possono essere annuali o perenni, a mazzetti di fiori oppure solitari, ad una sola fioritura o rifiorenti.

 

Garofani

 

Se volessimo seguire i garofani stagionalmente, ossia secondo la successione delle fioriture, dovremmo incominciare con la varietà nota con il nome di “magnardisie” nota nel giardinaggio europeo fin dal 1542 e conosciuto comunemente nell’Italia settentrionale. Si tratta di una specie di origine quasi certamente orientale, alta da 10 a 20 cm soltanto, densamente cespitosa, a fusticini ramosi e sdraiati, usata specialmente per far bordure di aiuole o per coronare rocce o siepi. Ha foglie lunghe e molto strette, di colore verde grigiastro e fiori notevolmente grandi, che sbocciano in primavera e fino a metà estate circa, bianchi o rosei, più di rado rosso-carnicino, semplici o doppi, molto delicatamente e soavemente profumati.

È una pianta da annuale a vivace a seconda dei climi e dei metodi di coltivazione, che si riproduce facilmente sia per seme, sia per divisione dei cespi meglio sviluppati.

Esistono inoltre i cosiddetti “garofanini” o violine della Cina, noto in Europa dal 1713. È una pianta a portamento eretto, alta da 15 cm a 25-30 cm, con foglie strette, fiori vistosi, isolati o riuniti in numero modesto, a petali frangiati o dentati, di colore dal bianco al rosso, dal rosa al porporino, spesso con petali striati, a margine più chiaro o con macchie scure presso l’unghia. Questi garofani, che fioriscono da maggio a settembre, si prestano ad adornare aiuole anche in pieno sole e su terreni non molto fertili.

Ma il garofano rifiorente o garofano dei fioristi è la pianta per antonomasia, ricca di varietà e di razze adatte per la grande coltivazione per fiori recisi e, nello stesso tempo, coltivabile in vaso nel modo più semplice per adornare balconi e davanzali.

È in questa specie si riscontra la maggior gamma di colori, esse infatti vanno dal bianco puro al bianco slavato di rosa e fino al rosa-porporino o lillaceo, dal giallo pallido al rosso fuoco, dal color crema con sfumature color grigio ardesia al porpora cupo. Questi garofani talvolta anche profumati, sono doppi e possono essere unicolori o sfumati, punteggiati, screziati, lineati oppure abbelliti da strane chimere. Le razze più rare hanno dato fiori violacei o quasi bruni oppure fiori a petali ampi, unicolori, con una stretta marginatura periferica vivacemente colorata. La grandezza di questi fiori varia dai normali 3-4 cm ai 5 fino ai 7 cm e mezzo.

A prescindere da quella che può essere ormai distinta col termine di coltivazione industriale, la cultura del garofano può essere tentata con pieno successo anche su scala domestica. Esso è vivace e si propaga ottimamente per talea in piena terra o incurvando a mò di propaggine i lunghi rami che mettono radici, specialmente se si ha cura di impiegare un terriccio leggero, sabbioso, ed un sito a mezz’ombra.

Si riproduce bene anche per semi e questi devono essere posti in semenzaio in aprile-maggio, in terriccio argilloso-sabbioso; il trapianto delle piantine si vede fare quando queste hanno da 6ad 8 foglioline e le piantine stesse devono essere poste a 10-12 cm l’una dall’altra. Per avere una bella fioritura, con fiori grandi e regolari, è bene tagliare i virgulti basali troppo numerosi ed asportare i boccioli meno vigorosi; è opportuno inoltre sostituire le piante troppo numerose ed asportare o boccioli ogni 2 o 3 anni.