La macchina da cucire fu ideata almeno un centinaio prima della sua effettiva realizzazione, dimostrandosi particolarmente utile al fine di poter velocizzare i processi per la realizzazione di vestiario e arredamento. Furono in diversi tuttavia a spingersi in tentativi per la sua realizzazione, primo tra cui l’inglese Charles F.Weisental che brevettò una versione arcaica brevettandola il 24 luglio 1755.

Tale esemplare si basava su di una macchina con un ago a doppia punta caratterizzato da una cruna a circa metà della propria lunghezza. Ma come si è arrivati alla progettazione e realizzazione della moderna macchina da scrivere? Attraverso questo nuovo articolo ci occuperemo di approfondire tutti i dettagli relativi alla macchina da cucire, soffermandoci soprattutto sulle primissime versioni.

 

Thomas Saint, Singer e Vigor tra le prime Macchine da Cucire

La moderna macchina da cucire si è evoluta nel corso degli anni passando attraverso diversi modelli. Il 17 luglio del 1790 ad ottenere il secondo brevetto fu l’anglosassone Thomas Saint, attraverso una realizzazione maggiormente accurata rispetto al modello del 1755. Siant progettò un piano di lavoro orizzontale a supporto della stoffa, un braccio sospeso dove riportare l’ago a movimento verticale, nonché un trasportatore dedito al movimento da un punto all’altro.

Le caratteristiche della macchina da cucire di Thomas Saint rimasero alla base le stesse, evidenziando il suo nome all’interno della storia. Un altro passo fondamentale si ricollega alla progettazione del sarto francese Barthélemy Thimonnier datata 1830. Proprio in virtù del suo mestiere Thimonnier ideò un sistema tramite il quale azzerare una volta per tutte le fatiche della postura ricurva in direzione della lavorazione della stoffa. Il sarto dichiarò d’aver preso spunto dalla lavorazione all’uncinetto, basandosi quindi su di una progettazione in grado di replicare lo stesso lavoro, ben sei volte più velocemente.

Dalla sua realizzazione si ottenne una lavorazione a macchina ad ago uncinato. Nel corso degli anni e delle modifiche successive, riferite al 1837, Thimonnier scovò uno stratagemma per fissare il filo in ben cinque punti al fine di poterli eventualmente scucire. Tra il 1830 e il 1845 la macchina da cucire iniziò così a conquistare anche il mondo occidentale trovando una diffusione massiccia soprattutto all’interno del territorio americano dove la versione venne elaborata e semplificata ulteriormente. Nel 1846 l’idea di una macchina da cucire a navetta fu sopportata da Elias Howe, mentre nel 1850 il tedesco-americano Isaac Merrit Singer inserì accanto all’ago un piedino premistoffa al fine di fissare lo stato del tessuto al momento della lavorazione.

Nel 1854 Singer ottenne un brevetto fondando la prima società del gruppo, superando in seguito diversi ostacoli prima di giungere al sistema di distribuzione delle macchine da cucire tramite vendita rateale e il noleggio. Nel 1862 approdò sul mercata anche la macchina da cucire Pfaff forte di 200 punti al minuto, verniciata in lacca nera, imbellita da filigrana in argento o d’oro brunito.

Sul territorio italiano i primi modelli di macchine da cucire giunsero nel 1919 dalla produzione pavese Vigorelli ribattezzata “Vigor” alla vendita. Nel periodo odierno tali macchine si servono della tecnologia e di un software in dotazione, provvedendo alla realizzazione di moltissimi punti al solo tocco di un tasto apposito.