Orchidee, i principali tipi di Orchidee che possiamo trovare in natura

Le orchidee sono senza dubbio, per stranezza di forme e vivacità di colori, tra i più belli del regno vegetale. Il merito di aver portato in Europa le prime orchidee e di avene tentata la coltivazione spetta agli Inglesi, che nel 1731, importarono per la prima volta una specie dalle isole Bahama.

Appartengono alla vasta famiglia delle Orchidacee e, anche ai fini dei metodi di coltura da usarsi, vengono distinte in due gruppi: le orchidee terrestri e quelle epifite. Le prime, diffuse nei paesi temperati e quindi presenti anche nella nostra flora, hanno due grosse radici tuberose affondate nel terreno, che provvedono l’una ad alimentare la vegetazione dell’anno in corso e l’altra ad accumulare materiale per l’anno successivo.

Le orchidee epifite invece vivono in un modo molto curioso. Allontanatesi dal terreno, appoggiate per lo più ad alberi e a rocce, hanno trasformato le loro radici in prolungamenti penduli e liberi nell’aria, che, per mezzo di un tessuto speciale, assorbono l’acqua e l’umidità atmosferica. Vivono quindi dove le piogge sono frequenti ed abbondano perciò nelle foreste tropicali e subtropicali. In entrambi i tipi di orchidee la forma delle foglie può variare da ellittica a tondeggiante, a lineare.

Orchidea Bianca

Caratteristici sono i fiori, solitari, in coppia o riuniti in spighe o in grappoli, ciascuno formato da tre sepali verdi o variamente colorati e da tre petali, sei elementi in tutto detti tepali. Di questi, il mediano, più grande e con forma di sacco, è detto labello, mentre gli altri due sono posti più in alto e formano, uniti, un cappuccio o galea. Il frutto è una capsula contenente una massa farinosa molto fine, nella quale al microscopio è possibile individuare i piccolissimi semi.

Quando parliamo di orchidee il nostro pensiero corre alla vetrina del fioraio dove è possibile ammirare le orchidee dai colori più strani, spesso appese in alto e pendenti da canestrini. Ma spesso ignoriamo che esistono orchidee anche nei nostri boschi, con aspetto forse più modesto ma non meno decorativo di quello delle specie esotiche.

orchidea arancione

La maggior parte delle orchidee interessanti la floricoltura ha origine esotica ed abbisogna quindi di un ambiente che ricostruisca esattamente quello originario. La loro coltivazione avviene perciò soprattutto in serre, dove esse vengono curate da tecnici che devono essere dotati di molta pazienza. Se infatti si vuole ottenere un’orchidea da seme, e questo è indispensabile per costruire ibridi, occorre attendere almeno un anno perché il frutto maturi. Quindi, trascorso un altro anno, le piantine ottenute da semi coltivati in simbiosi con funghi speciali, su agar, vengono trasportate dalla coltura sotto vetro in vasi, di tipo diverso a seconda delle esigenze della specie. Dopo qualche anno ancora la pianta potrà dare dei fiori, che inizialmente però non saranno vivacemente colorati.

La maggior parte delle specie tropicali richiede durante il primo periodo vegetativo, temperatura elevata, ambiente molto umido e poco ventilato. Talvolta non essendo sufficienti le normali irrigazioni, in tali serre si costruiscono vasche, che, con la continua evaporazione dell’acqua contenutavi, mantengono la necessaria umidità. Occorre tenere presente però che nel successivo periodo di riposo, le orchidee hanno bisogno di temperatura media, di scarsa umidità, di ricambio frequente d’aria e di piena luminosità, per favorire la maturazione dei tessuti formatisi nel periodo vegetativo precedente. Un’altra difficoltà creata dal fatto che molte orchidee sono epifite. Esse vengono perciò sospese a pezzi di tronco d’albero al quale sono tenute aderenti con sfagno e da un sottile filo metallico. Talvolta vengono poste un pezzo di sughero dove un miscuglio organico può facilitare all’orchidea la presa sul supporto.

Per tutti gli appassionati che non possono permettersi il lusso di una serra, la coltivazione delle orchidee è possibile anche in appartamento, sebbene con riguardi speciali. L’acqua, per esempio, specialmente per le epifite e le orchidee che vegetano nell’humus, non deve mai essere calcarea. Inoltre occorre conoscere bene l’ambiente adatto alla pianta, sebbene si tratti di orchidee da serra fredda, che non hanno particolari esigenze termiche. Le uniche orchidee terrestri facilmente coltivate in appartamento appartengo ai Paphiopedilum, originari delle zone intertropicali dell’Asia. Chi poi disponga di un armadio-finestra, cioè di una finestra profonda, può coltivare un numero più grande di specie, potendo regolare in un tale piccolo ambiente umidità e temperatura.