Per chi si occupa di Forex la rielezione di Barak Obama alla Casa Bianca può avere conseguenze molto interessanti, in particolare per quanto concerne il cambio tra euro e dollaro. In questo articolo cercheremo di focalizzarci sull’andamento di questa coppia valutaria nel medio periodo.

Il cambio euro dollaro sembra aver premiato, in qualche modo, la rielezione di Obama: nel momento in cui scrivo l’articolo è a 1,2732, un valore senz’altro molto interessante, tenuto conto che fino a poche settimane fa eravamo abbondantemente sopra quota 1,31.

Tuttavia è necessario ricordare che il cambio tra due valute non rappresenta un valore assoluto, ma un valore relativo: dunque misura i rapporti di forza tra due economie, piuttosto che la forza o le prospettive di crescita di un paese preso singolarmente. E per quanto riguarda il cambio euro dollaro, possiamo dire che più che i rapporti di forza, misura i rapporti di debolezza.

Da una parte, infatti, abbiamo l’Europa che è caratterizzata dal gravissimo problema dei debiti sovrani e delle sofferenze bancarie. Dall’altra abbiamo un’America che per la prima volta  ha perso la tripla A di rating creditizio ed ha anche il debito pubblico più alto della sua bicentenaria storia.

L’andamento del debito pubblico americano è molto interessante nella prospettiva di un’analisi forex di medio periodo: il debito è passato dai 10 mila miliardi di dollari dell’era Bush, che pure era dovuto intervenire pesantemente per salvare il sistema bancario americano dal collasso determinato dalla crisi dei mutui subprime, fino ai 16 mila miliardi di dollari attuali.

Questo significa un balzo del 60% del debito pubblico USA in appena 4 anni. Se questo trend continua prima o poi per il dollaro si arriverà ad una battuta di arresto molto pesante. Se poi consideriamo che la FED ha messo in atto una politica di quantitative easing davvero intensa, possiamo subito intuire che l’inflazione USA, nei prossimi anni, rialzerà la testa e contribuirà non poco a indebolire il dollaro. Il debito pubblico aumentato e il quantitative easing hanno contribuito fortmente alla rielezione di Obama, ma dall’altra parte porteranno inevitabilmente all’indebolimento del dollaro sul forex.

Ma rispetto all’euro che cosa succederà? Qui il discorso si fa più delicato. Il problema è che l’Europa non sta certo meglio dell’America. In questo momento, in effetti, non sappiamo nemmeno se fra 2 anni esisterà ancora un euro. Probabilmente sì, visto che la Germania alla fine, malgrado le forti opposizioni popolari, si farà carico del salvataggio della moneta unica. Ad esempio nelle cancellerie e nei circoli finanziari più esclusivi già si parla di una nuova operazione di taglio del valore nominale del debito pubblico greco. Solo che la prima volta il debito era nelle mani di investitori privati, adesso è quasi tutto nelle mani della BCE e del Fondo Salva Stati. Questo taglio, quindi, significherà di fatto un finanziamento diretto alla Grecia da parte degli altri stati europei. Non andrà giù alla popolazione tedesca che si sentirà presa in giro, anche considerando che i greci ancora faticano a intraprendere la strada necessaria del rigore finanziario.

Tutte queste considerazioni ci portano, dunque, a prevedere che sul forex il cambio euro dollaro oscillerà attorno ai valori attuali ancora per molto, dipendendo fortemente da casi contingenti. In caso di una vittoria di Romeny, probabilmente, avremmo puntato dritti dritti verso la parità euro dollaro in due anni.