Se, mentre passeggiamo per le sale di un museo, osserviamo l’estrema varietà di colori e di disegni di cui sono dotate molte specie di insetti e le loro strutture spesso bizzarre, viene spontaneo chiederci quale significato ciò possa avere. In molti casi non troveremo nessuna risposta, in qualche altro riterremo che la spiegazione consista nel fatto che determinate strutture e colori rendono l’insetto mimetico.

 

Insetti Mimetici

 

Sul significato del mimetismo, cioè della rassomiglianza di due o più specie, talora appartenenti a gruppi molto diversi e con comportamenti antagonisti. Comunemente vengono compresi nel fenomeno del mimetismo anche i numerosissimi casi di rassomiglianza tra gli insetti e l’ambiente in cui vivono che si definiscono anche come omomorfismo ed omocromismo, vale a dire mascheramento delle forme e dei colori.

Fra le colorazioni criptiche degli insetti mimetici sono particolarmente note quelle dei Lepidotteri e degli Ortotteri che assomigliano a foglie. Tra le farfalle non vi è un caso più perfetto di imitazione di questo tipo, di quello che si osserva in alcune specie di Ninfalidi. Gli insetti mimetici si definiscono tali quando si posa su di un ramo e, chiudendo le ali a libro, ne mostra soltanto la pagina inferiore. Le ali hanno la forma arrotondata ai lati, sono appuntite dalla parte anteriore e prolungate posteriormente in una breve coda, che appoggiata al ramo, simula il picciolo.

Il mimetismo con l’ambiente, quando l’insetto è in posizione di riposo, lo troviamo anche in molte farfalle nostrane, come ad esempio nelle vanesse che hanno la pagina inferiore delle ali simili a cortecce o ad un tappeto di foglie secche.

Nei Geometridi vi sono molte specie mimetiche ed, in alcuni casi, delle forme mimetiche all’interno delle singole entità, come nel Biston betularius la cui forma carbonaria, completamente nera, al confronto di quella tipica, che è marmorizzata di bianco e nero, si nasconde ai nostri occhi quando è posata su cortecce o altri supporti anneriti dai fiumi delle zone industriali.

Anche da noi vi sono dei Fasmoidei, parenti prossimi delle cavallette, estremamente mimetici e sono i cosiddetti “insetti-fuscello”. Le specie di questi insetti mimetici frequenti in Italia, particolarmente nelle zone calde e soleggiate, sono l’insetto-stecco, ossia il Bacillus rossii, e la Clonopsis gallica, caratteristici per il loro corpo di forma molto allungata, talora di una fragilità estrema. Questi insetti, si dissimulano perfettamente tra le ramificazioni degli arbusti sui quali vivono.

Nel mondo degli insetti vi è un altro gruppo che imita forse in maniera ancora più perfetta i ramoscelli delle piante che utilizza come supporto; si tratta delle larve dei Lepidotteri Geometridi, così chiamati per il loro particolare modo di camminare, che sembra quello di chi misura la strada che percorre, e che è dovuto alla mancanza di pseudozampe nella parte mediana dell’addome. Diverse specie di questo gruppo sono di colore bruno ed hanno delle protuberanze che simulano escrescenze delle cortecce o gemme; queste larve hanno l’abitudine di tenersi attaccate al rametto solamente con le zampe della parte estrema dell’addome e di tenere il corpo rigido e diritto che forma perciò un angolo acuto con il ramo, di cui imita un giovane getto.

Altre larve imitano invece gli steli delle piante, come nel caso di parecchie nottue del genere Leucania, che vivono su graminacee e che hanno il corpo giallastro con serie di punteggiature o strie longitudinali che le rendono praticamente invisibili quando si trovano sui culmi.

Nel mimetismo fanerico, invece, le colorazioni possono servire non solo per dissimulare l’insetto nell’ambiente , ma a volte anche per mascherarlo nei confronti di altre specie che costituiscono la sua preda o dalle quali viene predato; in tal caso il mimetismo ha uno scopo aggressivo o difensivo.

Vi sono ad esempio dei Ditteri Asilidi, viventi in Sudafrica, che sono simili ad Imenotteri, e la rassomiglianza serve al dittero per avvicinarsi ed attaccare il proprio modello e deporre le uova nei suoi nidi, dato che esso è predatore sia allo stato di adulto che a quello di larva.

Si può concludere che lo studio critico delle cosiddette colorazioni mimetiche, se da un lato ha permesso di accertare che in diversi casi esse sono effettivamente protettive per l’insetto, in molti altri non ha potuto dimostrare un’utilità per la specie, per cui il significato biologico di tali forme appare ancora ignoto.